Della serie "quando il fato ti rema contro".
Oggi avevo in mente di fare un X numero di cose. In un certo ordine, preferibilmente.
Ma pare che negli ultimi tempi tutti i miei schemi finiscano per essere sovvertiti completamente.
E devo dire che la cosa mi spazientisce non poco.
Ma, come si dice: "incominciamo dall'incomincio".
Vado a lezione, come al solito. All'uscita pensavo di riuscire a parlare di una cosa molto importante con un'amica. Invece no, ha da fare.
E va bene, passi...
Decido allora di andare a casa, a prendere dei budini che mi avevano venduto già scaduti per riportarli al supermercato e cambiarli con degli altri ancora commestibili. Tutto tranquillo se non fosse che da perfetta idiota ho inavvertitamente buttato lo scontrino.
Che si fa? Vado a comprare un'altra confezione di budini per usare quello come scontrino per effettuare il cambio.
Dopo aver perso l'autobus -perchè è ovvio che capiti sempre in situazioni come queste- decido di andarmene a piedi.
Arrivo a casa, scambio i budini, e via di nuovo a cercare di non perdere l'autobus. Riesco a prenderlo al volo, vado al supermercato e cambio la merce.
In quel momento mi viene uno strano attacco di "studite". Non so se avete presente.. quando vi prende un'irrefrenabile voglia di studiare. Capita così raramente che penso che un po' di caldo non farà così male ai budini, così mi dirigo nell'aula studio della mia facoltà [a 20 metri dal supermarket in questione].
Trovo a fatica un posto vuoto, proprio di fianco la finestra che dà sulla strada. Poso la borsa, apro il libro e mi sistemo.
"L'attenzione ai fenomeni psicosomatici può essere variamente motivata e articolarsi con diversi piani dell'accadimento psicosomatico..."
Rumore.
"Che diav..."
Un vecchietto con occhiali da sole, coppola, e giacca a quadri beige e castagna, decide di voler parcheggiare la sua vecchia quanto distrutta 126 bianca proprio nel parcheggio di fronte la finestra.
Ci prova per 5 MINUTI DI FILA. E imprecando anche! Mai quanto me però... Per una volta che avevo voglia di studiare..
"Ma perchè non te ne vai, se non ci riesci?!"
Come se mi avesse letto nel pensiero, il vecchietto fa l'ennesima retromarcia e va via.
"Ooh, perfetto.."
"La letteratura relativa a questo vasto tema, non abbondantissima, ha comunque operato almeno una distinzione fondamentale.."
Rumore.
"Oh no!! Ma che veramente?!"
Ebbene sì, il nonnetto era di nuovo all'opera. Giuro, stavo per uscire a parcheggiargliela io.
Decido più saggiamente di uscire dall'aula studio e andare a continuare quel benedetto paragrafo in cortile.
Riposo la borsa, riapro il libro e mi risistemo.
Ricomincio dunque a leggere, quando inizio a sentire...
L'INNO ALLA GIOIA.
Ad altissimo volume tra l'altro. Penso di essere diventata pazza. Noto però che anche tutti quelli vicino a me si girano intorno per capire la fonte della melodia.... Invano.
Il brano si interrompe e ricomincia più volte, e io e i miei budini iniziamo a maledire quell'attacco di studite acuta.
Decido, esausta, di far ritorno alla cara dimora.
Percorrendo la strada incontro per caso l'amica di cui sopra (molto sopra.. quella dell'inizio del racconto per intenderci xD). Nota positiva del pomeriggio? No, per niente.
Ero così snervata che non sono riuscita a parlare di quello che volevo, quindi dopo due chiacchiere e qualche convenevolo ognuna è andata per la sua strada.
Bel pomeriggio eh?
Tornata a casa mi sono consolata con un buon budino.