Visualizzazione post con etichetta lettura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lettura. Mostra tutti i post

giovedì 11 dicembre 2008

Tributo ad un genio in erba

Questa è la triste storia di un giovine che vide la sua felice adolescenza spezzata da un evento imprevisto.
Prima di esso, era un ragazzo come tanti: divideva la sua vita tra le sigarette nel bagno della scuola, i campionati di tressette in aula, i mojito al pub e le ragazze in discoteca. Come tanti, aveva un account su Facebook, e un range di amici che andava dai cinquemila ai seimila.
Un pomeriggio, mentre il giovine navigava su Facebook prima di prepararsi per andare in palestra, vide nel profilo di un amico la foto che gli avrebbe cambiato la vita: rappresentava la ragazza più bella che egli avesse mai visto. Capelli biondi come una Corona extra, pelle candida al par di cocaina, occhi azzurri come l’MDMA che gli procurava suo cugino: in lei ogni centimetro del volto sembrava incarnare tutto ciò che ci fosse di bello nel mondo e nella vita. E per di più, era della sua stessa città! Non serve dire che il giovine se ne innamorò di colpo: subito le inviò una richiesta di amicizia, e con giubilo vide che fu accolta dopo pochi minuti, e giurò a se stesso che avrebbe accettato ogni invito da lei, fatto tutti i quiz fatti da lei, sottoscritto ogni causa sottoscritta da lei, e così via: ogni cosa, finché non fosse riuscito a invitarla nella sua auto.
Il mattino dopo, il giovine si svegliò e, prima ancora di fare colazione, si collegò su Facebook per vedere se l’amor suo aveva scritto qualcosa.
Aveva scritto.
Nella sua bacheca campeggiava la frase: “Mi pentii di essere stato credulo. Mi ero fatto prendere da una passione della mente. Tale è la credulità”.
Per minuti lunghi come giorni, il giovine si scervellò per capire cosa volesse dire quella frase: perché usava il maschile? Forse che la foto era falsa, e la bellissima ragazza era in realtà un travone? No, il suo cuore rifiutava quell’orribile ipotesi. Poteva allora essere un messaggio sottile rivolto proprio a lui, per non farsi troppe illusioni; ma come poteva aver capito le sue intenzioni?
Ancora continuava a riflettere, quando lo sguardo gli cadde sul primo commento a quella frase, scritto sempre da lei:
regole del gioco:
-prendere il libro più vicino a voi. Ora.
-andare a pag 56
-cercare la quinta frase
-scrivere questa frase nel vostro status
-copiare queste istruzioni come commento alla frase
-non cercare il vostro libro preferito o il più bello ma quello più vicino a voi!
Ecco svelato l’arcano! La bellissima ragazza stava proseguendo uno dei giochi a catena che fiorivano su Facebook. E subito il giovine decise di continuarlo anch’egli, per far vedere a lei come tenesse in considerazione ciò che faceva. Così, si guardò intorno per vedere quale fosse il libro più vicino.
Non ce n’era nemmeno uno.
Solo allora il giovine si ricordò che non aveva mai comprato un libro in vita sua. Pensò di sceglierne uno a caso tra i libri di scuola; ma non li aveva mai comprati. Pensò di ricorrere al manuale di istruzioni di Office 2003; ma se l’era fatto masterizzare dal cugino. Tutto inutile, nella sua stanza non c’era un solo rigo scritto su carta.
Corse in salotto, alla ricerca di libri dei suoi genitori. Dopo alcune ore di ricerca capì da chi aveva ereditato l’amore per la lettura. Allora telefonò a tutti i suoi amici e conoscenti, scongiurandoli di prestargli un libro qualsiasi; ma nessuno di loro ne aveva uno. Avrebbe potuto forse trovarne uno mettendo una inserzione sul giornale; ma non avendo mai letto un giornale, non sapeva che si potessero mettere inserzioni.
Non sappiamo se alla fine il giovine riuscì a trovare un libro. È probabile che in un modo o nell’altro ce l’abbia fatta. Ma i liceali di Laverno che tramandano questa storia dicono che ancora oggi, al tramonto, le vie della città risuonano dei lamenti e delle suppliche del giovine, morto di stenti e crepacuore nel corso della ricerca, e la cui anima ancora vaga senza pace, mendicando libri, riviste, enciclopedie.

Gentilmente "rubato" dal blog di Skeight.
Grande.

domenica 14 settembre 2008

Le notti non iniziano...

Aaaah, maledetto sonno che non arriva...
Perché riesco a non prendere sonno sempre nei giorni meno opportuni?
Bah....

Cooomunque....
Evento dell'anno!! Guimi finisce di leggere La coscienza di Zeno. Non è una notizia meravigliosa?? xDD
L'ho iniziato 3 [o 4?] anni fa, e l'ho letto praticamente una settimana all'anno... e YAY!!! Finalmente l'ho finito!!
Ora posso finalmente dedicarmi alle centinaia di libri messi in lista d'attesa [anche se c'è Il principe -iniziato nello stesso periodo di Zeno, ma letto solo per una settimana- mi fa l'occhiolino dalla libreria.. ma aspetterà un altro poco..].
Soprattutto parlo di Harry Potter.
No, non accetto critiche su questa saga da chi non ha letto nemmeno un libro. E no, aver guardato il film non è la stessa cosa.
Per motivi vari ed eventuali non sono ancora riuscita a leggere il settimo e ultimo libro del ciclo potteriano. Colgo la palla al balzo per gustarmelo al meglio: leggerò da capo tutti e 6 i libri prima dell'ultimo, così da arrivare bella carica.
Non vedo l'ora!!!
E dopo questo flusso di coscienza delirante, provo a tornare a dormire..
Kami-sama, aiutami tu!

giovedì 17 luglio 2008

Hypnerotomachia Poliphili


~~
Terso lector, adunque ascolta ascolta
Gli somni di Poliphilo narrante,
Dal ciel dimissi con dolceza molta.
Non perderai il tempo stravagante,
Anci iubilerai de haver udito
L'opra di varie cose exuberante.



Ho appena finito di leggere Il codice del quattro.
Devo dire che non ho gusti difficili. Nè tantomeno raffinati. Per me ci sono libri belli e libri brutti. E bello non è sinonimo di colto e/o importante. Ad esempio: Le ultime lettere di Jacopo Ortis è un libro culturalmente rilevante. Ma "brutto", quasi illeggibile.
Il codice del quattro, per quanto possa essere ritenuto un libro-patacca, è "bello".
I giudizi ovviamente sono soggettivi, così come i loro parametri.
Io voglio che un libro mi tiri dentro il suo mondo, mi faccia dimenticare dell'ora, che è tardi e dovrei dormire, che è tardi e dovrei essere all'università da un pezzo, che fuori piove, che devo scendere dall'autobus perchè altrimenti perdo la fermata giusta.
Deve essere un universo parallelo, una droga da cui non riesco a staccarmi, un illusionista che mi ipnotizza con il susseguirsi di spazi e lettere.

Se ciò accade, il libro è "bello".

Ed è fantastico comprare un libro [rimanendone soddisfatti] unicamente perchè colpiti dal titolo o, come in questo caso, dalla copertina.